A NATALE SIAMO IN ASCOLTO

Telefono Amico Italia accoglie e ascolta emozioni tutto l’anno perché i contenuti del cuore non conoscono calendario né stagioni. Ma il Natale è un momento speciale -luminoso oppure cupo- in cui le relazioni, le presenze e le assenze assumono un valore e un peso particolare. Telefono Amico apre questo blog come spazio libero, per dare voce a chi vuole esprimere le proprie emozioni legate alle festività natalizie. Come ogni blog, sarà un diario quotidiano che ci porterà fino al 25 dicembre, e oltre, fino al 6 gennaio: ogni giorno una proposta di riflessione che ciascuno potrà commentare, sviluppare, arricchire. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare a questo cammino!

24 dicembre 2010

EMPATIA



Nessuno meglio di Carl R. Rogers può descriverci quel processo meraviglioso che è l’empatia.

“Un modo empatico di essere con un'altra persona ha molte angolature. Comporta una sensibilità, istante dopo istante, verso i mutevoli significati percepiti che fluiscono in quest'altra persona, dalla paura al furore, alla tenerezza, o confusione, o qualunque altra cosa essa stia sperimentando. Significa vivere temporaneamente nella vita di un altro, muovendocisi delicatamente, senza emettere giudizi; significa intuire i significati di cui l'altra persona è scarsamente consapevole, senza però svelare i sentimenti totalmente inconsci, perché ciò sarebbe troppo minaccioso. Coinvolge la comunicazione delle vostre percezioni del mondo dell'altro, del quale osservate con sguardo sereno e nuovo quegli elementi che l'altro teme di più. […] Siete il compagno fiducioso nel mondo interiore dell'altro.[…] Essere con un altro in questo modo significa che, per il periodo in cui vi ci trovate, voi mettete da parte le vostre concezioni e valori personali onde entrare nel mondo di un altro senza pregiudizi. In un certo senso, significa che voi stessi vi mettete da parte; questo può essere fatto solo da persone che sono abbastanza sicure di sé da sapere che non si perderanno in ciò che nel mondo dell'altro potrebbe risultare strano o bizzarro, e che possono comodamente ritornare al loro mondo personale appena lo desiderano.


CHIACCHIERA

La chiacchiera dilaga: possiamo “contattare” chiunque, in ogni angolo del mondo, ad ogni ora del giorno e della notte, per dire ciò che ci pare. Spesso, per "chiacchierare"...


La chiacchiera soffoca, schiaccia ogni possibilità di dialogo vero, di ascolto autentico.




La chiacchiera è “dire per dire”.

Heidegger ne dà una lettura filosofica e ne parla come linguaggio della quotidianità, che parla di “cose”, in grado di fornire certezze rassicuranti sul mondo, difendendoci dalle profondità della verità e dell’interiorità (nostra e altrui).

La chiacchiera è inconsistente, anonima. La chiacchiera è fuga: comoda, codarda, irriflessa, egoista.


Accade, così, di aver bisogno di DIALOGO e di ASCOLTO e di trovare disponibilità solo per chiacchiere.

23 dicembre 2010

"CONGRUENZA"

Perché io possa ascoltare davvero, è essenziale che capisca come sto, quali sentimenti sto provando.




Possiamo chiamare "congruenza" questa consapevolezza.

La congruenza è un accordo interiore, tra le varie parti del sé. 
E’ uno stato di continuità tra ciò che sono e ciò che comunico attraverso il comportamento verbale e non verbale.

La congruenza è la capacità di essere in contatto continuo con il fiume sotterraneo di pensieri ed emozioni che scorre dentro di me.

Nell'ambito della relazione (il dialogo, l'incontro, lo scambio), se so che cosa accade nella mia interiorità, non sarò passivo rispetto a ciò che mi dirà il mio interlocutore: io e lui/lei saremo in una condizione di parità, persona di fronte a persona, persona insieme a persona.

VOGLIA DI DIRE

Un monologo significativo: nel mitico film di Ligabue del 1998, Ivan Benassi detto "Freccia" sceglie la notte e la radio per dire ciò in cui crede:

A S C O L T A R E

"Ma mi stai ascoltando???"; "non ho tempo... sbrigati!". Quanto è frequente questo scambio di battute, esplicite o implicite (magari con risposta nella variante più educata: "scusa, sono distratta perché sono di corsa... possiamo parlarne un'altra volta?")...

Può sembrare surreale, in tempi di celebrazione di slow food (per esempio), ma pare davvero necessaria una "campagna sociale contro la fretta":


Per udire servono un apparato fisiologico integro oppure protesi che ci aiutino.
Per ascoltare, servono...

attenzione per ciò che è (o sembra) piccolo...


interesse autentico per l'universo dell'altro...


fiducia nell'altro, apertura e non paura...



disponibilità a riconoscere il punto di vista altrui...



equilibrio (per non "smarrirsi" nell'altro)...


... e qualcuno che desideri davvero essere ascoltato!



Secondo te, qual è la difficoltà più grande?
E qual è il beneficio maggiore che deriva dall'ascoltare e dall'essere ascoltato?

22 dicembre 2010

QUALI RELAZIONI?

Una relazione è inautentica quando...



Una relazione è autentica quando...



IL "SENSO" NELLA RELAZIONE?

Alla ricerca di risposte all'eterna domanda sul "SENSO DELLA VITA" possiamo imbatterci in messaggi caustici, ambigui, provocatori, densi...


L'esperienza del NULLA può assalirci nei momenti più insospettabili, magari insinuandosi nella quieta quotidianità di sempre. Non servono tragedie o situazioni estreme per vivere questa condizione: anche la "normalità" può esserne impregnata o sottilmente minacciata.

"Senso" vuol dire significato, ma anche direzione.

"Insensatezza", quindi, può richiamare anche a disorientamento, dispersione, frammentazione...


... assenza di progetto.

Ma... quale possibilità di "ri-orientamento"? Come si può recuperare il "bandolo della matassa", come si dice?

Ricette infallibili, di quelle che vanno "lisce lisce" alla meta, sempre e per tutti, non ne abbiamo. La nostra fiducia va alla RELAZIONE come via per costruire/ri-costruire l'equilibrio, procedere sul proprio sentiero, sopravvivere anche... Con molti, con pochi o uno solo, partendo da un pretesto qualsiasi (anche le coincidenze richiedono attenzione per essere notate!), ripescando nel passato o proiettandosi in un misterioso futuro, cercando vicino o lontano, preferendo il simile o l'opposto, ma sempre e comunque SCEGLIENDO DI ESSERCI DAVVERO.
Una via non priva di rischi, certo, primo fra tutti l'inautenticità, e magari una via non immediata per tanti motivi e ostacoli. Ma LA via. Secondo noi! :-)




Anche perché quale progetto può reggersi esclusivamente su di te? Puoi esserne l'ideatore, il leader, l'anima, l'esecutore più preciso, il cuore essenziale, il protagonista indiscusso, ma avrai sempre bisogno di un incoraggiamento, un consiglio, un aiuto, una critica o un applauso. Oppure qualcuno cui semplicemente raccontarlo, per spiegarlo e spiegartelo, farlo capire e capirlo fino in fondo.


E la vita di ciascuno di noi è il più prezioso progetto che possiamo realizzare!

21 dicembre 2010

DISTANZE

C'è chi propone di distinguere la "solitudine" dall'"isolamento", a volte con l'intenzione di accogliere nel primo termine la dimensione positiva, di raccoglimento o ricostruzione, che il secondo termine pare non conservare, connotando negativamente la condizione cui si riferisce.

Di fatto, nell'uno e nell'altro caso, si vive una DISTANZA, da una persona in particolare...




 o da tutti...



Distanze PERCEPITE, non necessariamente fisiche...


(Anzi.... l'effetto-sardina a volte sa essere intollerabile...)
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12/18/foto/metropolitana_tokyo-10359957/1/?ref=HRESS-7

Distanze EMOTIVE cui ciascuno può abbandonarsi, OPPURE ribellarsi, reagire, cercando una PRESENZA, accogliendola, scegliendola...



Qual è il tuo "orsacchiotto"? Quale può essere?

SPRECO DI RISORSE

http://www.repubblica.it/salute/2010/11/23/news/il_rapporto_censis_sulla_terza_et-9406197/index.html?ref=search

Dissipare ricchezze è un altro effetto perverso dell'indifferenza.
Se ignoro ciò che ampia parte della popolazione (leggi: i miei nonni, i miei vicini di casa, gli amici dei "grandi"), mi perdo tutto ciò che possono offrirmi. E mi prendo la responsabilità di inaridire il loro quotidiano...

20 dicembre 2010

EMOZIONI VS INDIFFERENZA?

Il periodo di Natale sembra un frammento di anno dedicato alle emozioni, alla riscoperta delle emozioni infantili, quelle che accompagnavano il risveglio e la corsa sotto l’albero, incontro ai regali tanto desiderati.
Così ci viene da più parti proposto: forse una sorta di “oasi” ritagliata in un contesto dominante di diverso genere, caratterizzato da un'anestesia del cuore, da un sonno profondo del sentire generato da saturazione di stimoli, sfinimento, esasperazione, disincanto, delusione…


Il sonnambulo è decisamente una figura grigia. E, unitamente ai suoi epigoni contemporanei, come l’indifferente, consegnato a rappresentare una cultura – la nostra- della freddezza e della distanza. La diagnosi sembra impietosa: oggi l’individuo è senza passioni. Una convenienza calcolata ha preso il loro posto. Un calmo interesse governa i rapporti umani. Sul coinvolgimento cala il sipario. Al sentire è stata messa la sordina. Sicché la fonte delle emozioni pare essersi inaridita. Per di più il cittadino appare stanco. Poco propenso all’impegno e all’apertura verso il mondo.

Adriano Zamperini, L’indifferenza, Torino, Einaudi, 2007

E l'intorpidimento del cuore può portare così lontano dalla relazione autentica con gli altri, così lontano da determinare una vera e propria violenza.