A NATALE SIAMO IN ASCOLTO

Telefono Amico Italia accoglie e ascolta emozioni tutto l’anno perché i contenuti del cuore non conoscono calendario né stagioni. Ma il Natale è un momento speciale -luminoso oppure cupo- in cui le relazioni, le presenze e le assenze assumono un valore e un peso particolare. Telefono Amico apre questo blog come spazio libero, per dare voce a chi vuole esprimere le proprie emozioni legate alle festività natalizie. Come ogni blog, sarà un diario quotidiano che ci porterà fino al 25 dicembre, e oltre, fino al 6 gennaio: ogni giorno una proposta di riflessione che ciascuno potrà commentare, sviluppare, arricchire. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare a questo cammino!

1 gennaio 2011

BENVENUTO!



Benvenuto al mio nuovo IO, “modello 2011”, ancora qui con me. Acciaccato o vigoroso, rinnovato dal calendario oppure un po’ logoro, aperto al mondo o chiuso in se stesso, dolorante, reattivo, rabbioso, sorridente, soffocato, geloso, reticente, gratificato, depresso, affettuoso, silenzioso, impaurito, sereno, irrequieto, divertito, ammutolito, sfinito, impaziente, determinato, fiero, attento, offeso, sorridente, furioso, placido, infastidito, preoccupato, solo o in compagnia, innamorato, attonito, agitato, invidioso, energico, deluso, appagato, assorto, arrabbiato, generoso, malinconico, allegro, apatico, annichilito, avido, nervoso, creativo, ansioso, annoiato, felice, insicuro, fiducioso, sconfortato, indignato, contento, disperato, euforico, spaventato, curioso, libero…

E poi… è davvero “nuovo”? Lo vorrei nuovo? Oppure no?


Che cosa vorrei dal mio Io, a partire da…  oggi?





31 dicembre 2010

ATTESA...

12 mesi non sono pochi… 52 settimane, 365 giorni, 8760 ore… Non è facile ricordare tutto, neppure se abbiamo tenuto con buona regolarità un diario: si finisce per filtrare…

E allora, in questa giornata di "bilanci", in questa notte in cui sembra obbligatorio "divertirsi", prova a fare mente locale, trova il frammento luminoso che vuoi abbracciare e tenere stretto con te nel salto verso il nuovo anno…

Un sorriso che ti ha scaldato il cuore, un film che ti ha fatto riflettere, una carezza inaspettata, un “magone” che sei riuscito a sputare, una sorpresa che hai fatto a te stesso, un libro illuminante, una nuova conoscenza, qualcosa che ti è venuto veramente bene, un amico ritrovato, uno strappo ricucito, un colpo di fortuna, una difficoltà superata o digerita, un profumo che ti fa star bene, un colore che ti ha rasserenato, una lezione che hai imparato, una lettera o una email emozionante, una canzone che ti ha colpito, una fatica che ti ha appagato, un cibo nuovo che hai assaggiato…

Ti sembrano tutte poco cosa? Beh, se il 2010 ti ha visto protagonista di grandi eventi, se ti sei diplomato o laureato, se hai avuto un figlio, cambiato lavoro, trovato l’amore della tua vita, traslocato in una nuova città, fatto un lungo viaggio… questi sono grandi doni, che certo meritano gratitudine (per Dio, il destino, il caso, te stesso, chi ti ama… chi vuoi!). Ma non scordarti dei piccoli, preziosi mattoncini di cui è fatta la vita, e non solo se appartieni alla vasta schiera di chi ha trascorso un anno tutto sommato ordinario. Perché la memoria consapevole e serena è alimento per il futuro!

BYE BYE, 2010!


30 dicembre 2010

SPERANZA

Anche i più burloni sono capaci di riflessioni profonde... E così ci ritroviamo ad inviare un plauso allo Zoo di 105...

29 dicembre 2010

LA COMUNICAZIONE POSSIBILE

Pirandello c'incoraggia poco:

"Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose. E come possiamo intenderci, signore, se nelle cose che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo come egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci, ma non ci intendiamo mai"


Il nostro è un mondo di comunicazione selvaggia, le nostre giornate sono affollate di telefonate, sms, email, conversazioni chat e skype, speaker tv e radio, chiacchiere al bar, chiacchiere in ufficio, riunioni di lavoro, suonerie più o meno personalizzate che richiamano continuamente la nostra attenzione, aperitivi fra amici, monitor ovunque (in stazione, nei locali, in metropolitana, negli ambulatori...), dialoghi con familiari davanti al caffè del mattino o a cena... Le parole ci raggiungono ovunque, i nostri interlocutori spesso pretendono da noi reperibilità costante, i venditori di qualsiasi cosa (oggetti, idee...) c'inseguono 24 ore su 24 comunicando i loro messaggi.


Eppure...



non siamo contenti della comunicazione di cui abbiamo continua esperienza. Non ci basta. Non appaga i nostri bisogni. Ci fa spesso sentire comunque soli, non compresi. E' VUOTA.


Il filosofo Vattimo ci aiuta:
"il significato è piuttosto prodotto nell'incontro che non contenuto già nella testa, nell'anima, nello spirito di qualcuno e subito dopo tirato fuori, espresso bene, pulito per bene, impacchettato, confezionato e servito."



La chiave forse è proprio questa: comunicare non è dire, "sputare fuori", oppure, se stiamo dall'altra parte, acchiappare e assorbire ciò che l'altro ha fatto uscire da sé, con più o meno cura, fatica, ecc.
Comunicare è COSTRUIRE UN SIGNIFICATO.
Si comunica in due, sempre, simultaneamente, essendoci, contribuendo (attivamente, generosamente, faticosamente, felicemente...) alla costruzione di un significato sempre nuovo perché sempre figlio di due persone, di quell'incontro fa quelle due persone.


  

28 dicembre 2010

DIRITTO ALLA SERENITA'

Siamo nel 1776; gli Stati Uniti d'America dichiarano la loro indipendenza:


"Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono 
creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi 
diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire 
questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal 
consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a 
negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo 
governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al 
popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità."

Il testo originale parla proprio di "Happiness", riferendosi ad una dimensione complessa e in qualche modo sfuggente: la felicità è di solito intesa come sensazione di appagamento dei desideri ed essendo moltissimi i desideri possibili, le forme di felicità che si possono realizzare sono variegatissime.

Sul tema, ci sembrano interessanti due letture:
una sintesi del paradosso di Easterlin sul rapporto tra felicità e ricchezza: http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Easterlin
un godibilissimo studio sociologico di Enrico Finzi sulla felicità degli Italiani:
http://www.ibs.it/code/9788820045197/finzi-enrico/come-siamo-felici-l-arte.html

Fra le precondizioni più preziose e "universali" per la felicità viene solitamente indicata la SERENITA', cioè la tranquillità interiore, la calma, la pace, l'assenza di turbamento. Questa condizione sembra poter nascere da una profonda consapevolezza di sé e dell'ambiente in cui si vive tale per cui ogni elemento ha una propria collocazione e un proprio significato. E ogni evento, anche il più doloroso, trova una spiegazione e diviene quindi accettabile, come tappa di un percorso dotato di senso, in cui è inevitabile che s'incontrino ostacoli, sconfitte e perdite. Una percezione della Vita che ha bisogno di essere fondata, alimentata, incoraggiata.

Tutto questo dovrebbe essere un diritto: qualcosa per cui lottare, da affermare, difendere, come prerogativa che mi spetta, che fa parte della mia dignità di persona...

Vuol dire che le istituzioni, insieme alle associazioni di volontariato, dovrebbero predisporre risorse e luoghi per accogliere i disagi e agevolarne il superamento, accompagnando per quel tratto di strada impervio, nel loro percorso di vita, i più deboli, gli smarriti?

Vuol dire che la TV dovrebbe propormi sempre, accanto alle notizie di drammi e tragedie, anche spunti di speranza? Vuol dire che i TG non dovrebbero indugiare sui particolari morbosi che popolano incubi e curiosità malsane?

E la scuola non dovrebbe insegnare a bambini e ragazzi nuovi modi di lavorare in gruppo, anziché un individualismo miope che si alimenta di diffidenza e contrapposizione reciproca, soffocando gli slanci altruistici e finendo per mutilare la società di potenziali progressi possibili solo dall'unione di menti fa loro complementari?

Vuole dire che il tempo dovrebbe poter diventare uno spazio di benessere, in cui trovino posto lavoro e incombenze, ma anche arte, natura, convivialità, spiritualità (declinata in base alle varie fedi e sensibilità), solidarietà...

Vuol dire...?

27 dicembre 2010

ANCORA AMICIZIA...





L’amicizia è una relazione molto densa, che può essere vissuta in tanti modi…

Si nutre di armonia o di confronto, di somiglianza o differenza?
Nasce per caso, per “sesto senso” o per scelta consapevole?

La frequentazione alimenta l’amicizia e la distanza la uccide?

L’amico tace o consiglia? Ascolta? Difende?

L’amico è fedele quando…?
Che cosa sono disposto a fare/dare per un amico?
Che cosa sono disposto a perdonare ad un amico? Che cosa mi aspetto che mi perdoni?

L’amicizia vera è quella che nasce e cresce su Facebook? Sui banchi di scuola? In ufficio o in fabbrica? Nello sport? Nell'associazione di volontariato?



Amico/a del cuore o compagnie oceaniche?
Cerco l’amico più per ridere o per piangere?



(testo fortemente consigliato)

È difficile scegliere fra amici e partner (per trascorrere il tempo, per stabilire chi viene prima...)?

Gli amici sono una "seconda famiglia"?

L'amico è chi ti sa dire anche le verità più difficili? Chi sa "come funzioni"?

Un nemico può diventare amico? E viceversa?

L'amicizia è il sentimento più disinteressato?



Amico come alleato, medicina, passatempo, salvagente, imbuto, compagnia, spugna, confessore, pubblico, cerotto, distrazione, compagno di avventure, stampella... ?





26 dicembre 2010

AUGURI!

Anche se oggi ti senti così:


siamo sicuri che un giorno ti sentirai così:




Nel frattempo,"ci siamo"
e Ti auguriamo
BUONE FESTE!

L'AMICIZIA

Una rappresentazione suggestiva...