A NATALE SIAMO IN ASCOLTO

Telefono Amico Italia accoglie e ascolta emozioni tutto l’anno perché i contenuti del cuore non conoscono calendario né stagioni. Ma il Natale è un momento speciale -luminoso oppure cupo- in cui le relazioni, le presenze e le assenze assumono un valore e un peso particolare. Telefono Amico apre questo blog come spazio libero, per dare voce a chi vuole esprimere le proprie emozioni legate alle festività natalizie. Come ogni blog, sarà un diario quotidiano che ci porterà fino al 25 dicembre, e oltre, fino al 6 gennaio: ogni giorno una proposta di riflessione che ciascuno potrà commentare, sviluppare, arricchire. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare a questo cammino!

29 dicembre 2010

LA COMUNICAZIONE POSSIBILE

Pirandello c'incoraggia poco:

"Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose. E come possiamo intenderci, signore, se nelle cose che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo come egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci, ma non ci intendiamo mai"


Il nostro è un mondo di comunicazione selvaggia, le nostre giornate sono affollate di telefonate, sms, email, conversazioni chat e skype, speaker tv e radio, chiacchiere al bar, chiacchiere in ufficio, riunioni di lavoro, suonerie più o meno personalizzate che richiamano continuamente la nostra attenzione, aperitivi fra amici, monitor ovunque (in stazione, nei locali, in metropolitana, negli ambulatori...), dialoghi con familiari davanti al caffè del mattino o a cena... Le parole ci raggiungono ovunque, i nostri interlocutori spesso pretendono da noi reperibilità costante, i venditori di qualsiasi cosa (oggetti, idee...) c'inseguono 24 ore su 24 comunicando i loro messaggi.


Eppure...



non siamo contenti della comunicazione di cui abbiamo continua esperienza. Non ci basta. Non appaga i nostri bisogni. Ci fa spesso sentire comunque soli, non compresi. E' VUOTA.


Il filosofo Vattimo ci aiuta:
"il significato è piuttosto prodotto nell'incontro che non contenuto già nella testa, nell'anima, nello spirito di qualcuno e subito dopo tirato fuori, espresso bene, pulito per bene, impacchettato, confezionato e servito."



La chiave forse è proprio questa: comunicare non è dire, "sputare fuori", oppure, se stiamo dall'altra parte, acchiappare e assorbire ciò che l'altro ha fatto uscire da sé, con più o meno cura, fatica, ecc.
Comunicare è COSTRUIRE UN SIGNIFICATO.
Si comunica in due, sempre, simultaneamente, essendoci, contribuendo (attivamente, generosamente, faticosamente, felicemente...) alla costruzione di un significato sempre nuovo perché sempre figlio di due persone, di quell'incontro fa quelle due persone.


  

5 commenti:

Lia ha detto...

.... forse potrebbe essere utile tenere aperta innanzitutto una continua e costante comunicazione con se stessi... in fondo è giusto che io sia l'unica persona a sapere tutto di me... potremmo poi decidere, di volta in volta, cosa condividere con quel particolare interlocutore, avendo cura di preferire gli argomenti che potrebbero interessare anche a lui
In questo modo non useremo l'altro come un contenitore per i nostri sfoghi ma come un individuo con cui confrontarci...
Un sistema semplice ma efficace per ricordarsi sempre che esiste anche l'altro? Se mi chiedono come sto, sarebbe carino che, dopo aver brevemente risposto, domandi a mia volta "... e tu, come stai?..."

Anonimo ha detto...

E' vero, cara Lia, prima di tutto è importante comunicare con se stessi! E poi comunicare con gli altri non per dire solo ciò che ci passa per la testa, ma per confrontarsi, per trovare nuovi significati, per individuare nuoce strade!

hey you ha detto...

ok, però a volte l'altro come contenitore ci serve a sopravvivere! un po' di clemenza per chi è in crisi nera e può scordarsi dell'altro perché non ce la fa neanche a ricordarsi di se stesso!

Lia ha detto...

in questi casi serve proprio un vero amico, hey you...
per definizione: il vero amico è colui che ci conosce bene ma ci ama ugualmente...

Anonimo ha detto...

la mancata comunicazione credo sia uno dei mali maggiori della società attuale, ognuno di noi comunica a modo proprio ed è convinto di saperlo fare bene, invece non ci parla, non ci si ascolta, non ci si confronta, si scappa, ci si evita, e il risultato qual'è : isolamento,solitudine,paure,ansia... in un mondo di comunicatori!!!