A NATALE SIAMO IN ASCOLTO

Telefono Amico Italia accoglie e ascolta emozioni tutto l’anno perché i contenuti del cuore non conoscono calendario né stagioni. Ma il Natale è un momento speciale -luminoso oppure cupo- in cui le relazioni, le presenze e le assenze assumono un valore e un peso particolare. Telefono Amico apre questo blog come spazio libero, per dare voce a chi vuole esprimere le proprie emozioni legate alle festività natalizie. Come ogni blog, sarà un diario quotidiano che ci porterà fino al 25 dicembre, e oltre, fino al 6 gennaio: ogni giorno una proposta di riflessione che ciascuno potrà commentare, sviluppare, arricchire. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare a questo cammino!

3 gennaio 2011

SGUARDI

A Milano, in queste settimane, c'è una mostra fotografica meravigliosa, che fa riflettere:
Marco Anelli - NEL TUO SGUARDO

A volte guardiamo senza vedere: pensiamo che non occorra, "sappiamo già" oppure "non abbiamo tempo".



Immaginiamo ad uno sguardo diverso, nuovo o rinnovato. Attento.
Immaginiamolo rivolto a noi stessi e a chi ci sta attorno.
Immaginiamo di capire che "c'è qualcosa che non va"...

Che cosa può essere questo "qualcosa"? Come può emergere?
Tendenza a isolarsi da occasioni per stare insieme ad altri, magari esprimendo astio o disprezzo, oppure senso di abbandono, apatia; commenti o pensieri sarcastici o cinici sulla gioia altrui; tendenza ad ammalarsi più del solito, come se il corpo fosse d'un tratto più vulnerabile; stanchezza cronica e in fondo immotivata; tendenza a fumare o bere alcool più del solito, spesso senza piena consapevolezza; ricorrere farmaci in modo eccessivo o fuori luogo; non riuscire a scuotersi da pensieri negativi, magari relativi a perdite (lutti, rotture di legami affettivi, crisi familiari); provare/esprimere insistentemente sentimenti di vergogna o senso di colpa per qualcosa che si è fatto o dicono che si è fatto; cambiare in modo repentino umore, aspetto, abitudini; esprimere un crollo di autostima; dormire troppo poco, troppo o male; percepire in modo anomalo i pericoli e le regole, attribuendo loro scarsa importanza; faticare a vedere alternative, "fissarsi" su visioni cupe e pessimistiche; pensare/parlare spesso della morte, magari come una via d'uscita, una liberazione.

Alcuni di questi "segnali" vengono ricondotti dagli esperti a possibili rischi di suicidio.
Non bisogna spaventarsi: può trattarsi di un disagio molto lontano dal pensiero di darsi la morte, e in ogni caso spaventarsi in sé non è utile.
Le strade che si possono percorrere quando "si sta male" sono, fino all'ultimo istante, profondamente diverse: la vita offre migliaia di opportunità! Questo va sempre ricordato: a se stessi, a tutti.
E intanto...

... che cosa possiamo fare?
ESSERCI!
Dire/dirci che siamo preoccupati, che ci sta a cuore che questo "qualcosa che non va" vada a posto, venga superato.
Non sottovalutare ciò che vediamo, anche se l'altro ci rassicura. Anche se noi stessi sminuiamo per accantonare il cruccio.
Attivarci presso un interlocutore competente, nei casi in cui secondo la nostra percezione occorra un aiuto specifico in aggiunta al nostro preziosissimo calore umano.

1 commento:

Lia ha detto...

mmm... tema difficile questo, cari redattori... del suicidio non si parla volentieri. Chi non ha mai
avuto contatti diretti con persone che l'hanno agito, probabilmente non sa cosa dire e chi, invece, ha vissuto il trauma della scomparsa volontaria di una persona cara, non vuole ripensare a quel momento.
Vorrei però esprimere il mio apprezzamento per il video
"cambia il tuo sguardo" bello e immediato nel suo messaggio positivo : guarda gli altri negli occhi e fai quello che puoi per dargli un pò di sollievo, servirà
a loro e servirà a te per non dare troppa importanza ad ogni piccolo inconveniente della tua vita...